Forse non sapevate che quelle che spesso chiamiamo foche in realtà sono otarie. Come accorgersene?
Le Foche hanno la testa piccola e leggermente appiattita ed orecchie prive di padiglione auricolare esterno. Il muso e’ provvisto di alcuni baffi lunghi e robusti detti vibrisse. Le zampe posteriori sono anch’esse completamente trasformate in pinne e non si possono piegare in avanti; dunque per muoversi sulla terraferma strisciano sul ventre, in un modo che ai nostri occhi appare goffo. Come in questa foto scattata a la Jolla – San Diego da Cecilia.

Le Otarie invece hanno le orecchie esterne visibili, le pinne anteriori mobili per spostarsi sulla terraferma e una pelliccia generalmente molto folta per mantenere il calore corporeo quando sono a terra. Qui noi abbiamo trovato l’otaria orsina antartica (Arctocephalus gazella). Le otarie orsine antartiche spendono molto del loro tempo in mare, a caccia di cibo. I maschi possono immergersi fino a un massimo di 350 metri sotto il livello del mare. Il dimorfismo sessuale è molto evidente, i maschi arrivano a essere anche 4 o 5 volte più grandi delle femmine e sono di colore marrone scuro. Le femmine e i giovani tendono ad essere grigi. Questi mammiferi posseggono grandi canini che vengono utilizzati dai maschi durante le lotte messe in atto per stabilire la predominanza sul territorio. Sembra che ci sia una correlazione tra la grandezza dei canini, del corpo e del sesso nei maschi. I cuccioli, quasi neri alla nascita, sono marroni scuri. Durante la stagione riproduttiva questi “animali sociali” si riuniscono a riva in gruppi molto folti. I maschi dominanti marcano il territorio e radunano un harem che può essere formato al massimo da 40 femmine, lottano tra loro per consolidare il proprio dominio. Le otarie orsine meridionali furono scoperte nel 1775 dal capitano Cook, all’epoca dei suoi grandi viaggi. Una volta che la notizia sugli «orsi marini» si diffuse molti cacciatori ne fecero strage. Lo zoologo Weddell calcolò che nel 1822, nella sola Isola della Georgia del Sud, erano state uccise, per le loro pelli, 1.200.000 otarie. Successivamente, nel 1911, una nuova legge mise questi animali sotto protezione e le loro popolazioni ripresero a crescere. Ad ogni modo, oggi devono affrontare anche le minacce del cambiamento climatico e dello sfruttamento della pesca, che rischia di privarle della fauna necessaria al sostentamento. Anche in questo caso come con i pinguini noi abbiamo avuto la fortuna di incontrarle.
“Un cucciolo al sole!”











Che carine…
Antonella Pal
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Carine ma aggressive!!! Comunque un vero spettacolo!
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Una bella fortuna ad incontrarle… e grazie x le spiegazioni Prof… anche le otarie vanitose… bellissimo continuate ad inviare foto mi raccomandoooooo
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Anto, siamo una missione scientifica per cui non possiamo esimerci, poi con le didascalie rendo il testo meno pesante! eheheheheh
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Che belle e bellissime foto
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Bellissime foto Flavia… E ottima narratrice😜😘
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Grazie Claudia, mi piace condividere ciò che vivo e mi è sempre piaciuto raccontare!
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